
Ho deciso di leggere questo libro per due ragioni. La prima è che volevo scoprire un Premio Svizzero per la letteratura. Volevo capire se l’alta letteratura contemporanea potesse piacere anche a me (spoiler: sì, mi è piaciuto). La seconda ragione è che l’autore ha frequentato il mio stesso liceo, più o meno negli stessi anni in cui l’ho frequentato io. Lo conosco di vista, abbiamo (avuto) degli amici in comune, forse ci è anche capitato di salutari o parlare. Di lui, ricordo la delicatezza dei movimenti e lo sguardo curioso e discreto.
Io sto zitto, guardo e ascolto. Mi vedo nel vetro della finestra. Chi sono? Dove vado? (Pag. 167)
Il suo non è un romanzo: è un diario in cui racconta dei momenti della sua vita. Ricordi spezzati, legati tra loro solo dai luoghi e dalle persone che lo circondano. Brani che vanno da un paio di righe a mezza pagina. Ognuno di questi brani è un piccolo capolavoro, curato nella lingua e nel lessico. Per chi è della nostra generazione, nati attorno alla metà degli anni Settanta, ci sono molti riferimenti a oggetti dell’epoca, tipicamente svizzero-italiani, così come ci sono molti modi di dire svizzero-italiani, con interessanti e spesso divertenti incursioni nel dialetto. Sempre dense di significato.
Il tema di fondo è quello della ricerca di una propria identità. Ricerca che riguarda tutti, ma che nel caso di Hmine è resa più difficile dalla sua origine marocchina. Nato a Lugano da madre marocchina, cresciuto a Vezio da una donna svizzera, Hmine vive con sentimenti contrastanti il rapporto con il suo paese d’origine, con la sua cultura e con la sua religione.
Confronto che nel mio piccolo – piccolissimo – ho vissuto anch’io nei confronti dell’Italia, mia patria. Certo, la differenza culturale tra Canton Ticino e Lombardia non è profonda quanto quella con il Marocco, ma c’è e a volte mi sembra più difficile vivere le differenze quando queste sono piccole.
Il libro è anche un interessante documento sul Ticino, scritto da uno che in Ticino è nato e cresciuto, ma che ha uno sguardo arricchito dal confronto con qualcosa di non ticinese.
Alexandre Hmine, La chiave nel latte, Gabriele Capelli Editore, Mendrisio, 2018