Romanzo: Il passeggero, di Corman McCarthy

Lo dico subito sapendo che tanti storceranno il naso: non mi è piaciuto. Per niente. Tanto ho apprezzato La strada, tanto questo romanzo mi è parso noioso, senza capo né coda. Sarà perché non l’ho capito, ma riesco veramente a salvare poco. Il vezzo di non mettere le virgolette ai dialoghi, o i trattini, o i caporali, o qualsiasi cosa fossero anche dei cuoricini funzionava ne La strada, ma qui no. Troppo spesso non si riesce a seguire il dialogo. 

Il personaggio è inverosimile e fa cose così poco sensate che perde credibilità. 

La trama ha alcune buone premesse, sia il mistero del passeggero scomparso sia il rapporto con la sorella, ma si perde. 

Penso che mi risparmierò Stella Maris e tornerò a libri meno pretenziosi. 

Corman McCarthy, Il passeggero, Einaudi, Torino, 2023.

Romanzo: Scorpius, di Claudio Vastano

Qualche anno fa lessi Simbionti, di Claudio Vastano, e ne parlai qui

Pur essendo stata una lettura piacevole, non mi aveva convinto del tutto. Ora ho letto questo Scorpius e l’ho trovato un ottimo romanzo, avvincente e piacevole da leggere. 

Anche qui ci sono tanti personaggi, ma l’autore li presenta in modo che non si si perda nel seguirne gli sviluppi. L’aspetto scientifico è molto interessante e aderente alla trama (in Simbionti a volte mi pareva introdotto un po’ a forza). La storia è angosciante e ti stimola ad andare avanti, nonostante non sia impossibile da prevedere. 

Se il livello è questo, corro a recuperare Acquarius che mi è sfuggito. 

Claudio Vastano, Scorpius, Urania 1723, febbraio 2024, Mondadori.

Film: commenti vari

The Irishman. Film lunghissimo, ben scritto, storia interessante, attori bravi, tecnologia sorprendente. 

Extinction. Film la cui bruttezza iniziale si spiega con il buon colpo di scena che avviene verso la fine. Nulla di originale, ma, almeno per me, è riuscito. 

La fine. Qualcosa di misterioso si divora gli Stati Uniti partendo da Los Angeles. Un tizio e il suo futuro suocero, ex militare, partono da Chicago direzione Seattle per andare a salvare la fidanzata/figlia incinta. Non è molto originale, non è nemmeno troppo coinvolgente. C’è di buono che è piuttosto verosimile: perlomeno i protagonisti non fanno cose troppo stupide. Non troppe. 

Mute. Beh, che dire, un film duro, molto cyberpunk, si sarebbe detto anni fa. Alcune ispirazioni sono fin troppo evidenti, ma il contrasto tra protagonista e altri personaggi regge ed è verosimile. Un thriller, fondamentalmente, perché lo spettatore scopre man mano una trama complessa e intrecciata, che all’inizio non si nota. Ma tutto è collegato. 

Io. Molti aspetti della trama sono scombinati. Lei è da sola sulla Terra, no, non lo è, ma lo sarà se non prende l’ultima navetta. Poi compare uno, ma intanto il fidanzato sta lasciando la colonia e non può aspettarla. Insomma, non è un film memorabile anche se per una visione non troppo approfondita può essere piacevole. 

Bird Box. Alla fine quasi tutti i film sulla fine del mondo diventano un noi contro loro, dove loro non sono più umani perché malati, rapiti, assimilati e semplicemente incattiviti. Questo film si guarda con piacere, ma non bisogna essere troppo esigenti. La cosa più inverosimile, oltre alle passeggiate senza vedere nulla, è il fatto che i bambini, per cinque anni, si chiamino Bambino e Bambina. 

El Camino. Puntatone di Breaking Bad, nel bene e nel male. Fine della recensione. 

La forma dell’acqua. Poetico, ma noioso. 

I fiumi di porpora. Giallone europeo di un po’ di anni fa. In realtà non molto intrigante: la storia e l’atmosfera sono simili a molte cose già viste. Regge per la caratura degli attori. Un prodotto che si avvicina agli standard americani. 

Romanzo: Spirito di Napa Tei di Lars Schlichting

Spirito di Napa Tei è il romanzo d’esordio di Lars Schlichting, che al primo colpo conquista una pubblicazione su Urania. Non è da tutti. 

Autore svizzero di lingua italiana, ho avuto modo di ascoltarlo in una conversazione nell’ambito del Festival Altroquando 2023, in compagnia dell’illustratore Daniele Gay e con la moderazione di Giovanni Valerio, che ha suggerito il tema dei costruttori di mondi. 

Ed è proprio la costruzione del mondo a costituire il punto forte di questo romanzo. L’aspetto che mi è piaciuto di più è infatti la scoperta dei pianeti presenti nell’universo costruito da Schlichting, un universo molto ricco e articolato, direi proprio complesso, sia dal punto di vista biologico che da quello politico. Ma l’autore guida il lettore con delicatezza: si scoprono i dettagli piano piano, in compagnia dei protagonisti. 

Il personaggio principale, Will, è un terrestre che non ha mai lasciato il pianeta e si trova catapultato in un viaggio che dura diversi mesi, per raggiungere una stazione spaziale interrazziale. Nel lungo romanzo (circa 500 pagine) Will cambia molto. La scoperta dei mondi che visita e del loro passato lo porterà a cambiare radicalmente alcune idee. Il lettore lo accompagna  e lo segue da vicino. In questo modo, leggendo si scoprono i dettagli con facilità e con piacere. 

Nella lettura, ho trovato anche qualche punto debole o che non mi è piaciuto. 

A livello di trama, ho trovato gli alieni un po’ troppo umani nei loro comportamenti e nelle loro reazioni. Problema molto difficile da risolvere, peraltro. 

Avrei inoltre preferito una conclusione più trekkiana, più orientata alla scoperta di culture che alle battaglie stellari (la cui giustificazione mi è parsa forzata). Ma è questione anche di gusti. 

Gusti che mi portano a una riflessione a livello più tecnico: credo che una sfoltita avrebbe permesso di guadagnare ritmo nell’ultima parte, che tende a trascinarsi senza che un capitolo aggiunga molto al precedente. Ma forse è un’impressione dovuta al fatto che quella delle battaglie è la parte che mi ha preso di meno. 

Sempre sul tecnico, ho avuto la sensazione che il punto di vista, soprattutto nella prima parte, subisca dei cambiamenti troppo inaspettati e non sempre la motivazione ne è chiara. In alcuni casi, l’impressione è che si sia cercato di dare più dettagli ritornando su eventi già capitati da altri punti di vista, ma in alcuni casi ho trovato che questo stratagemma rallentasse il ritmo nella lettura di quello che è un romanzo d’avventura. 

Nel complesso, comunque, ribadisco che si tratta di un bel romanzo, scritto con passione e inventiva, che sa trasmettere quel senso di meraviglia che rende la fantascienza un genere così appassionante. 

Lars Schlichting, Spirito di Napa Tei, Urania luglio 2023

Romanzo: Bootleg, di Luca Botturi

Secondo capitolo della Trilogia dell’Urbe (il primo era Outlier), in Bootleg Botturi cambia marcia e ci porta fuori dall’Urbe, in un deserto inospitale, dove il protagonista indaga su un traffico di sogni sintetici non autorizzati. Il tempo trascorso dai fatti narrati nel primo capitolo, vent’anni, ci permette di osservare l’evoluzione della società immaginata dall’autore, società diversa eppure molto simile alla nostra. Anche in questo caso, quindi, ci troviamo di fronte a questioni molto attuali, in particolare l’emarginazione, che ci spingono a riflettere su noi stessi. 

Luca Botturi, Bootleg, Bolis Edizioni, 2023

Romanzo: Un’odissea marziana, di Stanley G. Weinbaum

Mi è capitato tra le mani questo volumetto acquistato anni fa e mai letto. È un romanzo del 1934 in cui il protagonista, Dick Jarvis, costretto a una lunga camminata sulla superficie marziana per via di un guasto al suo velivolo, incontra bizzarre creature, alcune pericolose, altre no. Lettura piacevole, che risente un po’ del tempo (ma meno di quanto ci si aspetterebbe), offre una fantasia vulcanica sul pianeta rosso.

Stanley G. Weinbaum, Un’odissea marziana, Delosbooks, 2011

Romanzo: La Terra sull’abisso, di George R. Stewart

Romanzo distopico del 1949, anticipa vari temi trattati in innumerevoli libri e film successivi. Dopo un’epidemia fulminante, l’umanità è più che decimata. Il giovane Isherwood Williams, salvo per caso, inizia una nuova vita, costituisce una piccola comunità e cerca di riavviare la civiltà. 

Dotato di qualche ingenuità (l’incontro con la sua futura moglie è inverosimile), perle di sopravvivenza e crudeltà, il romanzo si prende lunghi tempi per proporre una riflessione sull’uomo e la sua presenza sulla Terra, dal punto di vista del protagonista. Il quale, tra l’altro, si dimostra antipatico, supponente e decisamente snob. E forse questo è l’elemento di genialità dell’autore: darci un personaggio in cui odiamo identificarci, ma non possiamo farne a meno perché è l’unico che c’è. E, fino a metà, mi sono chiesto se l’umanità meritasse di sopravvivere, con un tale rappresentante. 

George R. Stewart, La terra sull’abisso, Urania Jumbo n. 39, gennaio 2023

Romanzo: Nero&Zagara, morte ad Ankara, di Scilla Bonfiglioli

Secondo capitolo dedicato ai mercenari Nero e Zagara, lo si capisce tranquillamente anche senza aver letto il primo (come ho fatto io, ma alla prima occasione lo recuopero). 

È un ottimo action con un ritmo che non ti lascia tregua. I personaggi, per nulla banali, nemmeno quelli secondari, si muovono in Turchia, un’ambientazione che si prende violentemente la scena in più occasioni. 

Scilla Bonfiglioli, Nero&Zagara, morte ad Ankara, Segretissimo Extra 24, Mondadori, Milano, 2022

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Il nuovo proprietario di Twitter vuole mettere tutto a pagamento (ma forse no). Bene, cosa succederà? Quanti sono disposti a pagare per Twitter? Secondo me (e altri), pochi.

Il popolo del web, se così vogliamo chiamarlo, si sparpaglierà su altre piattaforme, ognuno cercherà quella dove trova i suoi amici. Per un periodo ci sarà una certa frammentazione finché non emergerà una piattaforma con una (o più) di questa caratteristiche: 

  • un nome figo
  • un logo figo
  • una funzionalità figa
  • un testimonial figo
  • la capacità di convincere i mass media a parlarne (= tanti soldi)

Oppure nulla di tutto questo, emergerà per una misteriosa congiunzione stellare. E tutti si iscriveranno: gente comune, vips, complottisti, politici, influencer, giornalisti, aziende. (Tutti tranne qualche vecchio nerd che resterà su una vecchia piattaforma solo testuale installata su un 286 nella cantina di un suo amico che non ha mai incontrato di persona su cui gira una vecchia versione di Linux raggiungibile solo tramite telnet.)

E la nuova piattaforma sarà bella, sarà facile da usare, avrà un’interfaccia grafica pulita, elegante, divertente, moderna e farà esattamente quello che gli utenti vogliono che faccia (ma non era ciò per cui era stata progettata, però i suoi ideatori se ne sbattono perché stanno facendo milionate, tranne uno, il purista, che resterà fedele ai suoi ideali e tra dieci anni li racconterà a Wired in cambio di un abbonamento gratis). 

Ma i nuovi utenti sono tanti e chiederanno altre funzioni come la messaggistica offline, le foto animate, gli account multipli, gli audio che svaniscono dopo 24 ore, la possibilità di bloccare altri utenti senza che se ne accorgano, le gestione di più account, un bip di notifica più figo, l’integrazione con Siri eccetera finché non diventerà uguale alle altre mille piattaforme che abbiamo usato negli ultimi quindici anni. E l’interfaccia diventerà un casino e poi la piattaforma si riempirà di gentaglia ma continueremo a usarla perché siamo tutti lì. Finché non diventerà illegale, o fallirà per estrema stupidità dei proprietari, o la comprerà un riccone strano pensando di capirla e la manderà in malora. 

Finirà un epoca. 

Che danno in tv adesso?

Serie: Black Mirror S6

La sesta stagione di Black Mirror è bella ma non eccezionale.

Le storie sono tutte molto belle e ben scritte, regia e recitazione di alto livello. La capacità di mettere in evidenza caratteristiche della nostra società, spesso legate alla tecnologia, si è persa. Siamo vicini a Guillermo del Toro’s Cabinet of Curiosities.

Il sito di Marco Faré