Silvio Sosio (a cura di), Robot 83, 2017, Delos Books, Milano.
Come spesso cerco di fare, ma non sempre riesco, propongo un commento alle letture di Robot, perlomeno alla parte dedicata alla narrativa. Della parte dedicata alla saggistica posso dire che ho molto apprezzato il lungo articolo su Edgar Allan Poe e il breve approfondimento dedicato alla storia della sf, su Roberta Rambelli. Troppo contorta, per me, la polemica di Gianfranco de Turris (Apologia della testa fra le nuvole).

Il sonno di Newton, di Ursula K. Le Guin. So che è una grande della fantascienza e moltissimi l’apprezzano. Credo che mi siano piaciuti altri suoi scritti, ora non ricordo quali, ma questo racconto non mi ha entusiasmato. Troppo onirico per i miei gusti.
Invertito, di Lukha B. Kremo (Premio Robot 2018, vincitore). Una bella miscela di fantascienza hard e fantascienza sociale. La struttura di una società diversa dalla nostra inserita in un racconto di esplorazione. Sento il sapore di un approccio alla fantascienza degno della golden age, aggiornato con grande originalità.
Sabbia nera, di Dario Tonani. In attesa di leggere il romanzo dedicato a Naila, la conosciamo attraverso questo frammento. Non mi ha colpito al cuore, forse lo apprezzerò di più dopo aver letto il romanzo. Mi sembra un fotogramma che può apprezzare chi ha visto il film intero.
La traversata al contrario, di Luigi Calisi (Premio Robot 2018, premio speciale della giuria). Un vero gioiellino giustamente riconosciuto dalla giuria del Premio Robot 2018. Un racconto africano e distopico dove eroi e non-eroi affrontano le micidiali avversità di ogni giorno. Il titolo non gli rende onore: il fatto che i flussi migratori vadano al contrario non è un punto centrale della storia, e non è nemmeno uno spunto molto originale. Non so se si voleva dare una veste politica, ma francamente il racconto non ne ha bisogno. È una storia di gente che emigra per necessità, tragica come ogni storia di questo tipo. La direzione in cui emigra onestamente mi sembra irrilevante. Ma per fortuna nel racconto di questo c’è solo un accenno, la storia è avvincente.
Ossa, polvere, nuvole, di Cristiano Fighera. Horror, più che fantascienza. Un genere di storia che non mi piace tantissimo. Scritto bene, con una gestione del punto di vista particolare e molto interessante, con uno spunto notevole e un finale che non ho apprezzato. Un autore da tenere d’occhio perché la fantasia di certo non gli manca.
Legioni nel tempo, Di Michael Swanwick. La parte iniziale mi è piaciuta un sacco. Ho iniziato, come molti, a leggere la fantascienza della golden age e qui ritroviamo quello stile, quegli ambienti, quei temi. Poi il racconto evolve, diventa per certi versi più interessante, per altri più arzigogolato.
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