Video ritratti di Lotte, una ragazza olandese, da 0 a 18 anni (6 minuti). Spoiler: fino ai 16 anni non sta zitta un attimo.
Video ritratti di Lotte, una ragazza olandese, da 0 a 18 anni (6 minuti). Spoiler: fino ai 16 anni non sta zitta un attimo.
Luca Pantarotto stronca The Store di Richard Patterson. Nella sua recensione:
Luca Pantarotto, Povera e nuda vai, distopia, in Minima&Moralia, http://www.minimaetmoralia.it/wp/the-store-james-patterson-recensione/, 19 dicembre 2017
Uno zaino forse rubato, un telefono con la geolocalizzazione attivata, la disperazione, la burocrazia.
Una conclusione: non siamo pronti alle tecnologie.
Le nostre tracce digitali, cioè “i dati e le informazioni che produciamo” usando i servizi online e i telefonini, “non sono per noi, ma a vantaggio di pochi organismi e aziende che li usano per porci nel bel mezzo del più grande esperimento di controllo sociale dell’intera storia dell’umanità”.
E se “impugno un martello interpreto il mondo come una serie di chiodi”.
Recuperato da Facebook.
La razza è una costruzione sociale? Secondo qualcuno sì perché l’appartenenza a una razza dipende da almeno cinque fattori: “consapevolezza della propria eredità, un pubblico consapevole di questa eredità, la cultura, l’esperienza, e l’autoidentificazione”. I geni, invece, non c’entrano: “il raggruppamento razziale delle persone così come lo intendiamo noi nasconde una mescolanza genetica sorprendente; al punto che oggi sappiamo che possono esistere più variazioni di particelle cromosomiche all’interno di uno stesso gruppo razziale che tra due gruppi diversi”.
Articolo lungo e complesso e molto interessante. Ma per noi che abbiamo letto “L’uomo bicentenario” è tutta roba già vista.
Annamaria Testa ci spiega, in un articolo intitolato Ansia: perché ci prende, da dove viene, dove ci porta, tante cose sull’ansia.
L’ansia ha dei lati positivi:
Per questo conclude dicendo:
Come se l’ansia fosse quasi un pedaggio da pagare per essere persone capaci e, soprattutto, brave persone.
In generale, l’ansia è un sentimento molto diffuso perché viviamo una situazione di vulnerabilità continua (se non reale, percepita). È causata da: “insicurezza del lavoro, difficoltà di trovare una casa, instabilità dell’economia e del reddito individuale, fino ad arrivare al cambiamento climatico”. L’ansia peggiora quando perdiamo punti di riferimento, cioè le nostre “reti di solidarietà e di vicinato” si rompono e siamo/ci sentiamo isolati e soli.
È un sentimento irrazionale che “si può applicare a qualsiasi cosa: si può essere contemporaneamente ansiosi per le possibili conseguenze del riscaldamento globalee per un invito a cena con gente che non si conosce”. Ha dinamiche strane in cui l’insicurezza dovuta a eventi lontani e improbabili causa più ansia di eventi in cui siamo coinvolti direttamente:
(…) l’insicurezza (sul lavoro o la casa, per esempio) sia ancor peggiore, in termini di ansia generata, di una perdita reale.
A pensarci bene, la cosa ha un senso: se qualcosa di brutto capita effettivamente, ci si può attivare per reagire. Ma il permanente timore che qualcosa di brutto possa capitare è più difficile da gestire.
Le notizie viaggiano veloci, soprattutto quelle brutte, e raggiungono tutto il mondo. Quindi siamo bombardati continuamente da brutte notizie e questo ci rende ancora più insicuri.
Rimedi?
Annamaria Testa suggerisce di
Aggiornamento del 5 dicembre
Annamaria Testa ha pubblicato su Internazionale un’aggiunta al suo articolo (L’altra faccia dell’ansia), in cui parla degli effetti positivi dell’ansia (e di come, nella nostra società, sia ingiustamente demonizzata):
Le persone ansiose – lo dimostrano altre ricerche – hanno alcuni altri punti di forza: intercettano prima degli altri le menzogne e rilevano prima le minacce. Di fatto, dunque, l’ansia può avere una ulteriore funzione positiva: anticipa i problemi, si prepara ad affrontarli, impara dai propri errori.
Per questo, quando si lavora in gruppo, è sempre un vantaggio poter contare su qualche persona ansiosa. Ed è un vantaggio quando si viaggia insieme: il bagaglio di una persona ansiosa contiene sempre quello che di necessario (indumento, farmaco, coltellino svizzero…) qualcun altro ha dimenticato di portare.
Paolo Attivissimo ci regala un’ottima e breve spiegazione di che cos’è la net neutrality:
Provate a immaginare un’autostrada a pedaggio, nella quale le Peugeout pagano più delle Rolls-Royce, delle Lamborghini e delle Mercedes e le Kia non possono entrare neanche pagando.
Provate a immaginare che in quest’autostrada, in caso di coda, i conducenti delle Volvo di lusso abbiano a disposizione una corsia libera tutta per loro e tutti gli altri peones debbano restare fermi.
Probabilmente vi sembrerebbe ingiusto e vorreste un’autostrada accessibile a tutti allo stesso prezzo, senza corsie privilegiate e senza discriminazioni e favoritismi per i più ricchi.
Questa, in sintesi, è la net neutrality di cui si parla tanto in questi giorni.
http://attivissimo.blogspot.ch/2017/11/che-cose-questa-neutralita-della-rete.html
Tim Minchin è un mio coetaneo, più o meno. Nella sua lunga pagina di presentazione si definisce australiano, compositore/cantautore, musicista, comico, attore, scrittore e regista. Nel 2013, credo, ha tenuto un discorso alla University of Western Australia dando nove lezioni di vita. Ecco la mia sintesi.
Presto morirai. La vita ti sembrerà a volte lunga e dura ed è stancante. E a volte sarai felice, a volte triste. E poi sarai vecchio. E poi morirai.
C’è una sola cosa sensata da fare con questa esistenza vuota, e questa è: riempila.
Secondo me (finché non cambio idea) la vita è riempita al meglio imparando tutto ciò che puoi su tutto ciò che puoi, essendo orgoglioso di ciò che fai, provando compassione, condividendo idee, correndo (?), essendo entusiasta. E poi c’è l’amore, i viaggi, il vino, il sesso, l’arte, i bambini, il dare, l’arrampicarsi sulle montagne… ma sai già tutte queste cose.
È una cosa incredibilmente eccitante, questa tua vita priva di significato. Buona fortuna.
Fonte: il testo completo in inglese, video disponibile su Youtube.
Una barzelletta fin troppo vera:
Cinque cannibali vengono assunti come programmatori in un’azienda. Durante la presentazione, il titolare dice: “Adesso siete parte del gruppo. Qui si guadagna bene, e se avete fame potete andare alla mensa aziendale. Quindi non date noia agli altri impiegati”. I cannibali promettono di non disturbare gli altri. Quattro settimane dopo il titolare torna e dice: “State tutti lavorando bene, e sono molto soddisfatto di voi. Però da ieri sembra scomparsa una delle ragazze delle pulizie e gli uffici sono tutti sporchi. Qualcuno di voi sa cosa è successo ?”. I cannibali dichiarano di non sapere niente. Ma appena il titolare è uscito, il capo dei cannibali dice agli altri: “Chi è stato di voi idioti?” Uno alza esitante la mano, e il capo dei cannibali dice: “Imbecille! Per quattro settimane abbiamo mangiato responsabili, direttori, area manager e product manager, in modo che nessuno si accorgesse di niente, e tu dovevi mangiarti proprio la ragazza delle pulizie?”.
Tratta da bastardidentro, Mail di informazione, umorismo e satira. N°4051 | 03 Mag 2016
Nuovo sito, nuovo blog. Dimentichiamoci di un imbarazzante passato, vicino e remoto, e concentriamoci sul futuro.
Iniziando con una citazione di Giuseppe Granieri (Il gigante e la farfalla):
Se sai cosa dire, lo sai fare in una frase, in sette secondi di comunicazione. O otto, nove massimo
Sarà che sono un po’ superficiale o che fatico a concentrarmi a lungo, ma trovo che questa sia una grande verità. Nella comunicazione, come nell’insegnamento, può servire tempo per spiegare qualcosa. Ma alla fine, ciò che si ricorda è una frase che condensa il pensiero.