Leggo su Internazionale Il mondo che Facebook vuole costruire, di Alexis C. Madrigal, tratto da The Atlantic.
Vi si dice, con tanto di citazione di Zuckerberg:
Zuckerberg ha dato un’idea di quel che pensa a proposito del significato di Facebook. Cosa perderebbe il mondo, si è chiesto, se sparisse?
La sua risposta è stata che nel 2004 su internet si poteva trovare quasi tutto, tranne ciò che più interessa alle persone: altre persone. “Per questo ho cominciato a creare un servizio che le mettesse in primo piano, anche nel rapporto con la tecnologia”, ha dichiarato.
Ho la sensazione che Zuckerberg faccia finta di non ricordare cos’era internet prima di Facebook.
Negli anni Novanta, poco prima dell’arrivo delle grandi aziende e degli uomini marketing, la rete era un luogo dove incontrare altre persone. Soprattutto sui gruppi di discussione (Usenet), ma anche sui primi siti web, il focus era sulle persone e sulle loro passioni.
Poi, verso la fine anni Novanta, c’è stato il turbine commerciale, che ha avvicinato molte persone e molte aziende alla rete ma ne ha in parte snaturato l’essenza, con molta irritazione da parte di chi la frequentava da un po’.
Dopo il crollo della new economy, la rete è rinata come web 2.0. Finalmente focus sulle persone, si diceva, ma in tanti sapevano che era in realtà un ritorno di qualcosa che non era mai davvero scomparso.